ARTICOLO n. 80 / 2025
QUALE WOKE PREFERISCI?
Jimmy Kimmel e gli altri canarini
Scegliete voi se chiamarla ossessione o, chessò, patriottismo, ma ogni volta che un capo di Governo o di Stato è più o meno direttamente coinvolto nella cancellazione di un programma comico, la mia mente vola al 18 aprile 2002 e all’editto bulgaro di Silvio Berlusconi. In una conferenza stampa organizzata durante un viaggio a Sofia, l’allora Primo Ministro ha detto che era un preciso dovere della nuova dirigenza Rai evitare il ripetersi di un ”uso criminoso” del servizio pubblico come quello che avevano fatto Enzo Biagi, Michele Santoro e il comico Daniele Luttazzi. In questo contesto ci interessa il caso di Luttazzi, che ai tempi conduceva un late show ispirato a quello di David Letterman, Satyricon. Il problema è stata l’intervista che Luttazzi ha fatto a Marco Travaglio per l’uscita del libro L’odore dei soldi, sull’origine delle fortune di Berlusconi, andata in onda il 14 marzo 2001, a tre mesi dalle nuove elezioni politiche, che vincerà proprio Berlusconi. La puntata è così famosa da avere la sua pagina Wikipedia. Dopo la sospensione della puntata successiva, Luttazzi ha continuato con il suo programma fino alla fine della stagione. Poi, Satyricon non è stato rinnovato e Luttazzi non ha mai più lavorato in Rai. Secondo i dati d’ascolto riportati su Wikipedia, la puntata successiva a quella dello scandalo ha avuto un milione in più di spettatori (oltre i 3 milioni, bei tempi).
Un fatto simile è capitato al comico Jimmy Kimmel, presentatore del late show Jimmy Kimmel Live!, nella puntata andata in onda dopo l’improvvisa cancellazione del programma. Il video su YouTube del monologo di apertura della puntata del 24 settembre 2025, intitolato “Jimmy Kimmel is back!”, ha 22 milioni di visualizzazioni. Il monologo che ha portato alla sospensione dello show, andato in onda l’11 settembre 2025, ne ha 4,5 milioni. Paolo Rossi, in un’intervista a La Stampa, riguardo alla censura disse: «Quando ci hanno censurato, ed è successo più volte, io me la ridevo, prima di tutto perché un po’ me la cercavo, e poi perché sapevo che, il giorno dopo, la fila in biglietteria sarebbe raddoppiata». La profezia si è avverata anche oltre oceano.
Ma se una censura può essere una buona pubblicità per un comico, quando a farla è il capo dello Stato non è un buon segno per la democrazia. Un’espressione che si usa in questi casi, e che tra gli altri ha usato John Oliver raccontando nel suo Last Week Tonight quello che è successo a Kimmel, è «i comici sono canarini nella miniera»: la salute di una democrazia si capisce dalla libertà dei suoi comici di fare satira contro il potere politico, esattamente come le buone condizioni dell’aria in una miniera si capivano dalla vitalità dei canarini che stavano con i minatori, i primi a morire in caso di fughe di gas. La sospensione di Kimmel parte da una battuta considerata irrispettosa nei confronti della morte di Charlie Kirk, l’attivista di destra assassinato in un campus universitario dove stava tenendo uno dei suoi celebri dibattiti: in quei giorni si cominciava a ipotizzare che l’assassino fosse un ragazzo di estrema destra, mentre i MAGA sostenevano fosse di sinistra, e Kimmel ha fatto una battuta criticando questo uso della terribile morte di Kirk per “hit political score”, fare punti politici. I rappresentati MAGA hanno iniziato ad aizzare i seguaci contro Kimmel e contro la rete televisiva ABC, e molti lavoratori della rete si sono trovati mail di minaccia e indirizzi pubblicati online. Brandan Carr, capo della FCC (la Commissione Federale per le comunicazioni) ha parlato della questione in un podcast, e rivolgendosi ad ABC, di proprietà di Disney, ha detto: «Francamente, quando vedi cose di questo genere – insomma, possiamo farlo con le buone o con le cattive». Tra le cattive, togliere ad ABC la licenza di trasmettere. Qualche ora dopo questa dichiarazione, ABC e Disney hanno comunicato a Kimmel la sospensione del programma. La cancellazione è stata celebrata da Carr con una gif di due personaggi della sitcom The Office che ballano, mentre Donald Trump ha scritto sul suo social Truth che questa era una «Grande notizia per l’America» e che «Kimmel ha ZERO talento, e ascolti peggiori perfino di Colbert (Stephen, altro conduttore di late show, su cui torno più tardi, nda), se è possibile. Ora restano Jimmy (Fallon, nda) e Seth (Meyers, altri due conduttori di late show, nda), due perdenti totali, su Fake News NBC (la rete che trasmette gli show, nda). Anche i loro ascolti sono tremendi. Fallo NBC!».
Questo post dimostra che c’è un elenco di “nemici”. Il primo a saltare è stato Stephen Colbert, il conduttore che ha preso il posto di David Letterman nel suo late show su CBS, che a inizio stagione ha comunicato al pubblico che sarebbe stata l’ultima per il programma, qualcuno dice per gli ascolti, ma molti concordano che il suo show sia stato sacrificato per ottenere l’approvazione dalla FCC per una grande fusione tra Paramount (proprietaria di CBS) e la casa di produzione Skydance. Anche Kimmel sembrava fuori dai giochi, invece grazie all’insurrezione di colleghi e spettatori che hanno boicottato Disney lo show è tornato in onda, viene da chiedersi chissà ancora per quanto. La cosa più interessante però è stata la reazione di alcuni commentatori di destra, che hanno sollevato una questione che è stata tra i temi della campagna elettorale di Trump: la libertà di parola
Si sente sempre più spesso utilizzare l’espressione “woke right”, cioè la destra che si comporta come il movimento woke di sinistra, grande spauracchio usato dai repubblicani per tirare su voti. Non si poteva più dire niente, perché la sinistra non voleva che si usassero la N-word, la F-word e altre word che altro non erano che insulti a minoranze, pena ritrovarsi il profilo sui social pieno di commenti indignati. Ora però non si può più dire niente del potere politico, e ti ritrovi senza lavoro, e con il primo emendamento (libertà di culto, parola e stampa) che diventa carta straccia. Quale woke preferisci?